a cura di Gianni C. – Roma Club Parma
Da giorni era atteso come lo scontro tra il professore del calcio inglese, dopo sua maestà Guardiola, e il bravo allievo di Coverciano.
Roma contro Brighton, non era vista come una semplice partita ma come un libro di geometria applicata al campo da calcio.
Da un lato De Zerbi, l’uomo che ha lanciato in Europa un semplice club di provincia del sud dell’Inghilterra e dall’altro Daniele De Rossi, il capitan futuro per i romanisti e l’uomo della risalita per gli addetti ai lavori.
Il campo però ha detto altro: De Rossi ha preparato una partita in maniera maniacale e ha portato a casa il bottino pieno. Roberto De Zerbi ha assistito ai disastri che la sua difesa ha combinato e ha dovuto accettare il verdetto.
La squadra inglese aveva diverse assenze che potevano fare la differenza tra cui, Mitoma, March e Joao Pedro ma sono le scelte iniziali di De Zerbi a lasciar aperto il libro di tattica per un opportuno ripasso.
Inspiegabile per esempio la scelta di rinunciare dall’inizio ad Estupinan, inserito nella ripresa, per Igor che essendo un centrale non ha quasi mai presidiato la corsia di sinistra.
La Roma invece ha brillato per freschezza, giocate e geometrie che hanno più volte perforato la retroguardia del Brighton.
Il primo squillo è stato di Lukaku ma un attento Steele ha salvato la porta inglese.
Il Brighton ci ha subito provato con Adingra, il più vivace, ma Ndicka ha deviato sul palo e la Roma si è salvata.
Al 12° minuto, Paredes prende la matita e traccia una linea retta dal punto P al punto D: Dybala ringrazia, salta il portiere con un dribbling e realizza l’1 a 0.
Il Var ci ha messo qualche minuto per tradurre la laurea in geometria di Paredes ma pochi minuti dopo convalida nel boato dell’Olimpico.
Qualche minuto dopo, Adingra, mai domo su quella fascia, spina nel fianco di Celik, disegna un cross per Welbeck sul quale Svilar compie una parata in stile pallamano.
Ancora Paredes, sale in cattedra e lancia Lukaku sul quale interviene Dunk che si fa tradire nello stop del pallone carico di effetto e regala all’attaccante belga il più classico degli uno contro uno con il portiere inglese. Il boato dell’Olimpico del 2 a 0 disturba le frequenze radiofoniche.
Il Brighton prova a reagire ancora con Adingra ma ancora Welbeck trova sulla sua strada un attentissimo Svilar che gli nega per la seconda volta la gioia del gol.
Due a zero all’intervallo con una Roma bella e cinica e il Brighton costretto ad inseguire.
La ripresa si apre così come era iniziato il primo tempo: Cross di Spinazzola e Lukaku di testa che impegna Steele.
E’ il preludio al gol romanista: sugli sviluppi di un calcio d’angolo, El Shaarawy pesca in area Mancini che in spaccata beffa il portiere inglese e fa 3 a 0.
Il giocatore giallorosso festeggia con un inchino sotto la Curva Sud.
Ma al 67° minuto si scrive forse un ennesima pagina di quel libro di geometria: triangolazione perfetta tra Paredes, Spinazzola ed El Shaarawy. Cross di esterno o trivela di quest’ultimo a trovare l’accorrente Cristante che in torsione segna il 4 a 0.
L’Olimpico applaude ma soprattutto intona il coro “Correte, scappate, arriva lo squadrone giallorosso..” che non si sentiva veramente da tanto tempo.
De Rossi scrive una pagina romanista, da allenatore, veramente importante e soprattutto ridimensiona il Brighton e De Zerbi, dimostrando che le cose belle non sono solo all’estero ma anche in casa nostra.
Il match di ritorno tra sette giorni sarà comunque una partita difficile perché gli inglesi non vorranno arrendersi nonostante un risultato così rotondo.
La Roma con i quattro gol in cassaforte potrà gestire la partita ed applicare un piccolo turnover visto che domenica andrà a Firenze contro una squadra che ha bisogno di punti.
Ma la Roma è grande e grande ha da restà.
Forza Roma!
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