La preistoria del calcio a Roma

Prima che i nostri Padri Fondatori si riunissero, in quell’afoso pomeriggio del 22 Luglio 1927, nell’abitazione dei fratelli Giorgio e Pietro Costarossa, in Via Degli Uffici del Vicario n.35, a Roma esistevano già numerose società sportive. Molte di esse si dedicavano al Podismo, Ginnastica, Canottaggio, Boxe, Tamburello, Pelota e ovviamente al nuovo gioco di squadra, che veniva dalla Gran Bretagna ed aveva un nome difficile da pronunciare: Il Football.  

Questa disciplina sportiva prese piede alla fine del XIX secolo, nelle città del Nord-Italia; Genoa e Milan hanno ancora il nome inglese datogli dai fondatori dei clubs, che in maggioranza erano Scozzesi, Gallesi e Inglesi. Nacquero, sulle sponde del Fiume Po, numerose squadre a Torino, Casale Monferrato e Vercelli che saranno le protagoniste indiscusse dei primi Campionati Italiani di Calcio, che dal 1898 al 1912 si svolsero solo tra squadre Trans Padane.  

Il primo Campionato si risolse in un solo giorno, a Torino il 5 Maggio 1898, 2 semifinali e una finale al Velodromo Umberto I, nel quartiere Crocetta, che aveva una capienza di 15.000 spettatori e nel quale avrebbero giocato le compagini torinesi, Juventus inclusa, fino al 1910. La finale di Torino tra Genoa e Internazionale si concluse 2 a 1 per i liguri dopo i tempi supplementari, i Grifoni avevano battuto un’altra squadra torinese in semifinale.  

La mia curiosità, mi ha spinto ad indagare più a fondo sui componenti della squadra Rossoblù, ho incontrato nella mia ricerca molti giocatori stranieri, quasi tutti britannici. Il portiere, allenatore, ma all’occorrenza Stopper e arbitro di calcio Mr. James Spensley. Personaggio singolare, medico di bordo della Marina Inglese, visse molti anni a Genova contribuendo allo sviluppo del Calcio Italiano sul modello di quello Inglese. Morì nel 1915, sul fronte tedesco durante la Prima Guerra Mondiale, svolgendo il suo lavoro di medico militare.  

Norman Victor Leaver, commerciante di carbone, amico degli scozzesi soci del Genoa Cricket and Football Club che non disdegnava scendere sul rettangolo di gioco appena poteva con la maglia Rossoblù. John Quartier Le Pelley, dall’Isola di Guernsey, commerciante navale diretto a Suez, si fermò a Genova ed entrò nella storia vincendo il primo Scudetto. James Baird, giocò con il Genoa solo semifinali e finale di quel fatidico 8 Maggio: carriera fulminea ma esaltante. In squadra c’erano anche 3 giocatori svizzeri e un italiano Howard Passadoro, nato in Galles (il padre era un commerciante di carbone genovese), che tornò in Italia con un pallone di cuoio, forse il primo della storia che rimbalzò sul suolo italiano.  

Come il Football arrivò in Nord Italia seguendo le vie del Carbone, questo sport si affacciò sulle rive del Tevere molto presto, grazie agli immigrati settentrionali che affluivano a Roma, la nuova Capitale, ma anche grazie ai seminaristi dei collegi cattolici riservati agli studenti britannici. Nel giro di qualche anno numerose società ginniche si approcciarono al gioco del calcio: Società Ginnica Roma 1895, F.C. Roma 1896, Sporting Club Roma 1897, Associazione Gioventù Cristiana 1898, Audax Club 1900 e Società Podistica Lazio 1900.  

Le squadre romane che parteciparono al primo Campionato Italiano, con 2 gironi eliminatori Nord e Sud e finale tra i vincenti dei gironi, nel 1913 furono: Juventus Audax, Esperia, Roman, Pro Roma, Alba e Lazio. La finale fu a Genova il Primo Giugno tra Pro Vercelli e Lazio e finì 6 a 0 per i Piemontesi.  

Ancora e per un paio di decenni il divario calcistico tra Nord e Sud sarà altissimo. La prima “Romanista” che disputò una finale nazionale fu la Fortitudo, nel 1922, ma anche questa volta il divario con la “CorazzataPro Vercelli risultò nettissimo a favore dei piemontesi: l’11 Giugno Fortitudo-Pro Vercelli 0-3 e ritorno il 18 Giugno 3-2 per i padroni di casa. Ci riprovò l’Alba nel 1925 e 1926 ma ancora una volta non ci fu partita contro le super-potenze settentrionali. 

Bisognava reagire ed organizzarci per poter competere con tutte le squadre italiane e, perché no, magari in futuro con quelle europee; in ogni squadra avevamo ottimi elementi ma non giocavano assieme. L’idea di unire le forze e sostanze calcistiche balenò ai dirigenti sportivi romani nel 1926 dopo che avevano partecipato al Congresso Calcistico di Viareggio e firmato la famosa Carta di Viareggio, il 2 Agosto di quell’anno, che incentivava la creazione di squadre cittadine per poter organizzare un futuro campionato italiano a girone unico. Ed allora l’Alba di una nuova Fede illuminò la Città Eterna, questa fede si chiama ancora oggi: A.S. ROMA

Il nostro viaggio nella storia della Roma continuerà al prossimo ROMArcord… 

Riccardo Rizzo – RC Florida