Difficile, davvero difficile scrivere di una partita come Genoa – Roma.
E non è (almeno per me) il goal finale che cambia l’analisi della partita, ma l’amarezza rimane ed è veramente dura da mandare giù.
Entrambe le squadre si presentano con qualche sorpresa rispetto alle previsioni della vigilia; il Genoa non presenta Bani (neanche in panchina) e schiera in attacco Ekuban al posto di Vitinha; la Roma invece propone El Shaarawy a destra, conferma Pisilli e Dybala a supporto della punta in quello che è il suo ruolo naturale. Dietro difesa a tre con Ndicka a gestire e controllare la zona centrale.
Fase iniziale di studio dove le squadre si alternano nel possesso palla ma senza creare occasioni da rete.
Al 13’ l’episodio che accende la partita della Roma. Un colpo di tacco veloce di Dovbyk libera Dybala in area di rigore; l’argentino viene arpionato da dietro da De Winter ma l’arbitro non ravvede nessun fallo e incredibilmente il Var non interviene; sul seguente angolo colpo di testa di Mancini e salvataggio di Vasquez quasi sulla linea.
Da quel momento in poi la Roma prende coraggio e inizia a “soggiornare” stabilmente nella metà campo avversaria creando un buon numero di occasioni.
Al 23’ bella azione di ripartenza della squadra con tiro di Kone sopra la traversa, al 28’ combinazione veloce tra Kone, Pisilli e Dovbyk che libera al tiro El Shaarawy anche se da posizione molto defilata.
Al 31’ occasione incredibile per l’attaccante della Roma; azione super di Pisilli che scarica su Dovbyk, scambio di prima ancora con Dybala che mette l’ucraino davanti a Gollini che compie la prima parata importante. E ancora due minuti dopo altra clamorosa palla gol per El Shaarawy smarcato da un preciso lancio di Mancini in area genoana e seconda parata decisiva di Gollini.
Sembra veramente questione di minuti prima di vedere il primo goal giallorosso in trasferta, la squadra si muove bene spostando la palla con velocità e precisione. E puntuale al 36’ la rete arriva. Azione che nasce dall’ennesimo calcio d’angolo e che porta al tiro Pisilli, sull’ennesima parata del portiere genoano il gigante Dovbyk è lesto a ribattere in porta il pallone, ma bisognerà aspettare la bellezza di sei minuti prima di poter esultare!!!
La squadra di casa non riesce a reagire e la Roma continua a premere anche nei sette minuti di recupero concessi.
Al 48’ altra imbucata di Dybala per Saelemaekers che viene chiuso dal sempre ottimo Gollini, e sul proseguio dell’azione nuovo tiro di Kone respinto ancora una volta da Vasquez davanti alla porta.
Si chiude il primo tempo con il solo rimpianto di aver segnato un solo goal.
Le considerazioni sono che Kone è ovunque nel campo, Dovbyk ha toccato più palloni in un questo primo tempo che nelle altre tre partite, Pisilli fa una quantità di legna incredibile in mezzo al campo incredibile, Dybala mette in porta chiunque e in difesa nessuna sofferenza.
Il Genoa si ripresenta in campo con due cambi, subito dentro Malinovsky e Vitinha per cercare di scuotere la squadra.
Le brutte notizie per la Roma però arrivano al 50’ quando De Rossi è obbligato a sostituire Saelemaekers per infortunio. Al suo posto debutta lo spagnolo Mario Hermoso arrivato nell’extra-time del calcio mercato.
La squadra sembra reagire bene alla sfortuna tanto che ci vuole ancora un Gollini in formato super per negare la doppietta a Dovbyk; punizione perfetta di Dybala dalla trequarti, spizzata di Ndicka e pallone che arriva sul sinistro dell’ucraino che colpisce a botta sicura da pochi metri ma trova il ginocchio del portiere a dirgli ancora di no.
Basta invece un tiraccio di Ekuban finito abbondantemente largo sul fondo per dare coraggio ai rossoblu e far perdere sicurezza alla difesa della Roma che inizia a smarrire palloni su palloni.
Mr. De Rossi interviene immediatamente con un triplo cambio inserendo Pellegrini, Baldanzi e Celik al posto di Pisilli, Dybala e il Faraone. L’effetto però non è quello probabilmente sperato perchè la Roma si spegne velocemente e si schiaccia all’indietro (annoso problema). Kone cerca di mettere ordine in mezzo al campo recuperando e ripulendo una quantità incredibile di palloni ma si ritrova solo in fase di ripartenza.
Al 75’ lo stesso Kone è protagonista di un quasi “coast to coast” che lo porta stremato al tiro (alto) mentre forse avrebbe potuto servire il suo attaccante.
Il Genoa non crea pericoli ma occupa gli spazi lasciati dagli avversari e colleziona una serie infinita di cross che non spaventano Svilar.
Al 79’ bomba di Malinosky su punizione che impegna Svilar in una doppia respinta.
La pressione del Genoa è costante così come il tifo dei suoi supporter.
Ultimi due cambi per il Genoa e anche la Roma fa entrare Shomurodov per uno stanchissimo Dovbyk.
Gli ultimi dieci minuti non regalano nessun tipo di emozione, la partita corre lungo i binari stanchi di un risultato ormai acquisito. Poi accade ciò che i tifosi giallorossi hanno già vissuto tante volte. Schiacciarsi dietro abbassando gli esterni e portando la linea difensiva praticamente a cinque ti impedisce di ripartire e di organizzare una qualsiasi trama di gioco non riuscendo a gestire mai un pallone.
E così nel cross dell’Ave Maria arriva l’incornata vincente di De Winter che regala un pareggio insperato al Genoa e ricaccia la Roma tra gli incubi più incredibili.
Una Roma troppo diversa quella vista al Ferraris tra il primo e il secondo tempo, tanto da non riuscire ancora a capire quale delle due possa essere quella più vicina alla realtà. C’è tanto da lavorare, in panchina come in campo, ma c’è soprattutto il bisogno di riacquistare una mentalità di ferro e vincente.
Quattro partite di campionato e tre punti dopo aver affrontato Cagliari, Empoli, Juventus e Genoa sono il preambolo di una stagione difficile e in continua rincorsa.
Luca Panno – Roma Club Parma
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