IL FILM DELLA STAGIONE DELLA ROMA FEMMINILE, UN RACCONTO TRA LUCI ED OMBRE (in due parti)
Nella stagione che sta volgendo al termine, iniziata ormai nove mesi fa nell’agosto 2024, l’AS Roma Femminile si presentava ai blocchi di partenza come una delle favorite, forte dei trionfi che le avevano fruttato la doppia “patch” sulle maglie: Scudetto e Coppa Italia.
Era stata una Roma schiacciasassi, infatti, quella vista sui campi della stagione 2023-24: la vittoria in campionato non era mai stata in discussione, visto l’impressionante ruolino di marcia delle giallorosse che avevano chiuso la prima fase di stagione con ben 17 vittorie su 18 giornate (cadendo solo in casa dell’Inter nel gennaio nero che le aveva viste anche uscire dalla Champions).
La vittoria matematica era arrivata durante la Poule Scudetto, quando i 14 punti di vantaggio (un’enormità) sulla Juve seconda l’avevano certificata con largo anticipo. Anche la differenza reti era impressionante: +50 (mentre la seconda era a +38).
Oltre alle statistiche di squadra, impossibile non ricordare anche che le prime DUE posizioni nella classifica marcatrici erano appannaggio di due giallorosse: Evelyne Viens con 13 reti, e Valentina Giacinti con 12, un record praticamente mai visto prima.
Oltre a questo, la vittoria della Coppa di Lega era arrivata in una magica serata di maggio, con una spettacolare partita contro un’arrembante Fiorentina sconfitta comunque solo all’ultimo rigore. E per la prima volta da sette anni questa finale si disputava senza la Juventus.
Anche il pre-season era stato abbastanza incoraggiante, con la vittoria nel prestigioso torneo internazionale (ad inviti), l’AMOS Women’s French Cup di Tolosa: un quadrangolare che aveva visto le romaniste affrontare il Paris FC, il PSV Eindhoven e l’Athletic Club di Bilbao (che quindi la Roma ha incrociato in tutte le competizioni possibili, quest’anno, maschile e femminile!).
Qualche scricchiolio in questo idillio era arrivato però dal mercato.
Prima, con il fulmine a ciel sereno dell’annuncio del ritiro dal calcio giocato dell’esterna norvegese Anja Sønstevold, arrivata a gennaio per restare almeno fino a giugno 2025 e perfettamente integratasi nella formazione titolare – ritiro che ha complicato non poco i piani della dirigenza.
Ma la bomba di mercato, sganciata nei primi giorni di agosto, è sicuramente stata la cessione all’Inter di Elisa Bartoli. La storica capitana, romana di nascita e romanista di cuore, prendeva la via di Milano dopo sei stagioni in giallorosso (149 partite e 18 reti per lei) per non meglio specificate ragioni – si parlava di pretesa di giocare di più che non poteva venire garantita dallo staff tecnico di Mister Spugna. Probabilmente è stato un grave errore della dirigenza credere che l’arrivo della pur ottima Thøgersen (alla fine della stagione, sicuramente l’acquisto migliore operato quest’anno in entrambe le finestre di mercato) potesse colmare la mancanza di EB13.
E’ vero, sul terreno di gioco la danese ha sicuramente dato più corsa, gioco e continuità di quello che avrebbe dato Bartoli, ma evidentemente la storica leader non era solo quello che si vedeva sul campo: era anche uno sprone continuo verso tutte le sue compagne, specie quelle di reparto, a fare di meglio e di più, ed era anche una specie di allenatore in campo.
Il vuoto lasciato dalla sua uscita si è poi avvertito nettamente per tutta la stagione, con una squadra troppo spesso vittima di amnesie imperdonabili dovute soprattutto alla scarsa concentrazione e grinta.
Dal mercato, oltre ad altre operazioni minori, il nome più interessante è stato sicuramente quello di Giulia Dragoni. La diciassettenne è qualcosa più di una promessa, è una giocatrice che mette in mostra un talento cristallino e una sicurezza di gioco degne di una veterana; arrivata in prestito dalla cantera del Barça, che l’aveva presa solo un anno prima, per giocare con continuità. Ad oggi resta l’unica calciatrice italiana ad avere vinto la Champions League.
Il suo annuncio ha fatto sognare non pochi tifosi romanisti, che vedevano in un centrocampo Giugliano-Dragoni una miscela di talento da fare invidia alle squadre di mezza Europa.
Apprezzatissima infine la scelta di tenere finalmente a Roma Alice Corelli, altra ragazza dal cuore giallorosso, cresciuta nel vivaio ma girata in prestito nelle ultime due stagioni per darle continuità.
Il Campionato, partito il 30 agosto, inizia però subito con il piede sbagliato: la Roma è ospite della sola neopromossa dalla serie B, la Lazio, per il derby cittadino (derby solo teorico, visto che le biancazzurre giocano a Formello, ben fuori dal raccordo anulare che cinge la Capitale). Il match termina con un inaspettato 2-2, frutto però di una serie scandalosa di errori arbitrali: i due gol laziali arrivano da una punizione dubbia e da un fuorigioco enorme non ravvisato dal guardalinee, mentre una mano nettissima in area di una difensora laziale non viene vista, e quindi nessun rigore viene assegnato.
Il riscatto non arriva però nemmeno nella giornata successiva: al Tre Fontane è solo 1-1 contro un Sassuolo che ha vissuto una stagione di grande difficoltà dopo l’addio in estate di Mister Piovani (andato all’Inter dove ha fatto ottime cose), che aveva portato le neroverdi ad una storica qualificazione nella Poule Scudetto mettendosi alle spalle entrambe le milanesi. Paradossalmente lo stesso risultato si vedrà anche al ritorno; quindi la Roma quest’anno non è riuscita mai a battere un Sassuolo arrivato poi terzultimo a fine campionato.
Dopo due vittorie rinfrancanti contro Como e Napoli (squadre non certo insidiose) arriva un pareggio in casa Inter e la sconfitta a Biella contro la Juventus, partita che annuncia quel passaggio di testimone che sarà poi evidente già a fine “prima fase” di campionato.
La Roma continuerà così per tutta la durata di questo girone, alternando vittorie (molto spesso in rimonta) a brucianti sconfitte (brutta quella casalinga contro l’Inter, con l’espulsione di Giacinti abbastanza inspiegabile e con l’esultanza di Serturini sotto la tribuna avversaria).
Parallelamente, le giallorosse tornano a calcare i campi europei: dopo un preliminare che vede sbrigare in maniera quasi brutale la pratica Servette (10-2 l’aggregato in favore della Roma), il sorteggio di UWCL – la Champions League femminile – vede le Campionesse d’Italia nel girone con l’Olympique Lione (record di vittorie nella competizione), le tedesche del Wolfsburg (che hanno eliminato la Fiorentina con un pesante 12-0) e le ragazze del Galatasaray, alla prima esperienza europea di sempre per una squadra turca.
L’inaspettato successo contro le biancoverdi di Germania (1-0, Giugliano su rigore) nella prima giornata sembra essere un ottimo auspicio. Puntuali arrivano le due sconfitte contro le dominanti francesi del Lione – risultati attesi, è vero, ma dolorosi per il morale. Così come abbastanza scontate arrivano le due larghe vittorie sulle turche di Istanbul.
La sliding door del raggruppamento è alla quinta giornata, quando la Roma va in Sassonia, nella tana delle lupe del Wolfsburg: anche un pareggio sarebbe stato utile, persino una sconfitta di misura.
Arriva invece una pesante disfatta (6-1) caratterizzata da una desolante (specie per i tifosi giallorossi) serie di distrazioni e di incomprensioni, inspiegabili a questi livelli. E sì che al 56’ Giacinti aveva anche pareggiato (1-1), ma è incredibile la serie di svarioni inanellati da tutta la squadra nel secondo tempo, che hanno permesso ad esempio a Jónsdóttir di entrare al 65’ e segnare ben QUATTRO reti prima del 90’.
Giallorosse che escono dalla competizione comunque con dignità, perché chiudono a pari punti con il fortissimo Wolfsburg e vengono eliminate solo per le classifiche avulse. Negli altri gironi, ad esempio, le squadre uscite sono lontane anni luce dalle prime due classificate (la Juventus, per esempio, è sette punti indietro rispetto ad Arsenal e Bayern).
Ad inizio anno solare 2025, finalmente la Befana porta un po’ di gioia a chi segue la Roma femminile: proprio il 6 gennaio, al Picco di La Spezia, va in scena la Supercoppa che vede affrontarsi Roma e Fiorentina (in qualità di finalista della passata stagione).
Per la prima volta dopo quattro finali, stavolta alle ragazze di Mister Spugna non serve arrivare ai rigori per alzare un trofeo: un secco 3-1 premia la squadra della Capitale sotto una pioggia di coriandoli giallorossi.
Gennaio però è anche mese di mercato, e qui va di nuovo in scena la desolante mancanza di leadership societario – o forse di risorse economiche?
Mentre altre squadre si rinforzano con acquisti pesanti e mirati, a Roma arrivano solo giovani di belle speranze che poi non vedranno praticamente mai il campo per tutta la stagione (Pante, Oladipo, Kim), ad eccezione forse della danese Kühl.
La notizia peggiore però arriva dal mercato in uscita: un’offerta irrinunciabile da Londra causa la partenza di Saki Kumagai, la giocatrice più vincente di sempre ad aver vestito la maglia con il lupetto (basti ricordare le CINQUE Champions nel suo Palmarès, oltre ad un Mondiale e a nove campionati in tre nazioni diverse). A proposito di questa grande campionessa, un momento indimenticabile è stato quello della sua vittoria del “Golden Foot” a novembre 2024: il riconoscimento internazionale va solo a calciatori di livello eccezionale, per l’edizione di quest’anno sono stati premiati infatti Lautaro Martinez e appunto Saki Kumagai.
A tale proposito, però, non possiamo non considerare i continui riconoscimenti arrivati alla rosa giallorossa per tutta la stagione: su tutti, la consacrazione di Manuela Giugliano come candidata al Pallone d’Oro femminile, prima italiana di sempre (arriverà poi 27esima).
Ci ha pensato poi la FIFA a portare l’AS Roma Femminile all’attenzione di tutto il mondo: nelle sue annuali classifiche IFFHS, redatte a fine dicembre, troviamo GiuliaDragoni tra le migliori Under 20 del mondo (quinta), e nuovamente Manuela Giugliano nella speciale classifica delle migliori playmaker a livello globale (sesta). Le classifiche sono ovviamente dominate dalle giocatrici della corazzata Barcellona…
A gennaio invece è il momento del TOTY, il “Team of The Year” nominato da “DAZN Women Football”: in questa squadra di fenomeni di tutte le leghe del mondo, sapete chi c’è come esterna sinistra? La maglia giallorossa numero 3, Lucia Di Guglielmo.
Ma non è finita qui: a marzo i premi AIC (questi tutti italiani) ufficializzano la Top 11 della stagione 2023-24: le romaniste la fanno da padrone con ben SETTE titolari su undici (Ceasar, Di Guglielmo, Linari, Minami, Giugliano, Greggi, Viens), lasciando solo gli avanzi alle altre squadre (ci sono infatti una juventina, una del Bayern, una viola e un’interista).
Questo per continuare a rendere l’idea del totale predominio romanista nell’annata precedente.
[continua… qui]
Lorenzo Avenali – Lupi di Londra
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